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Tre racconti di Erri De Luca

Tre racconti, tre storie, una diversa dell’altra. In tutte e tre le storie vi sono due protagonisti che il destino ha unito.

 

Nel primo, Il turno di notte lo fanno le stelle, un uomo e una donna si incontrano in un periodo difficile della loro vita, in ospedale. Lui ha appena ricevuto un cuore nuovo e lei ha subito un altrettanto intervento importante al cuore. Si promettono che appena usciranno da lì scaleranno una cima. E' un voto ed una sfida, un inno alla vita, alla rinascita, il loro proposito. Il racconto appare scarno oltreché molto breve, probabilmente perchè si tratta della trasposizione di una sceneggiatura cinematografica.

 

In Il giorno prima della felicità, due persone, un uomo in età avanzata ed un giovane adulto, entrambi orfani, si fanno compagnia l’un l’altro. L’uomo, il portiere dello stabile, prende sotto la sua ala protettiva un ragazzo che abita nello stesso stabile. Tra loro si instaura un rapporto quasi filiale e il ragazzo apprende la vita e un mestiere. Ascolta con curiosità, intelligenza e attenzione i racconti che il portiere fa della fine della guerra e del dopoguerra a Napoli e ne trae insegnamenti. Da segnalare, sono i simpatici e divertenti dialoghi tra il portiere e La Capa, uno dei condomini del palazzo.

 

Infine, Il peso della farfalla è il racconto breve di una sfida che dura una vita tra due che portano lo stesso soprannome: il re dei camosci. Il primo è il vero re dei camosci. Si tratta, infatti, di un capo branco di camosci. Da piccolo un bracconiere uccise la mamma e un’aquila sua sorella. Quando fu pronto, dopo una sfida con un altro camoscio adulto, divenne capobranco ma nonostante questo mantenne comunque un indole solitaria. L’altro re dei camosci, ha meritato tale appellativo perché ha dedicato gran parte della sua vita alla caccia dei camosci. Dei trecento camosci uccisi uno era proprio la mamma dell’altro protagonista di questa storia.

 

Entrambi i re, in un novembre autunnale, si trovano alla fine della loro esistenza. Il camoscio sa che non potrà vincere un nuovo duello, è stanco e decide, piuttosto di affrontarlo, di ritirarsi e allontanarsi dal branco. L’uomo, sa, invece, che non avrà altra occasione per catturare il camoscio che ha sempre inseguito negli ultimi anni.

 

L’autore ci racconta le solitudini dei due protagonisti, le mette insieme, ne fa un parallelismo e le unisce con la fine. Sia il camoscio, sia il vecchio cacciatore sono arrivati al capolinea, ne sono pienamente consapevoli: è giunto il momento dello scontro decisivo.

 

 

Erri De Luca si conferma un autore sopraffino, per pochi direi. E’ uno di quegli scrittori che o ami o odi. Non ci sono mezze misure con De Luca. Come non ci sono parole messe a caso nella sua scrittura. Ognuna di esse è accuratamente cercata, studiata e scelta. Non esistono fronzoli nel suo stile, si tratta di una scrittura essenziale e asciutta e al contempo poetica. De Luca scava nel profondo in modo netto e deciso: brevità non è sinonimo di superficialità nel suo caso.

 

LeggereOvunque