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Gianrico Carofiglio

«E papà suonò da solo. Io non lo avrei confessato nemmeno a me stesso, ma ero orgoglioso e fiero di lui, e avrei voluto dire a chi mi stava vicino che il signore alto, magro, dall'aspetto elegante che era seduto al piano e sembrava molto più giovane dei suoi cinquantun anni, era mio padre. Quando finì, inseguendo il senso di ciò che aveva suonato in due scale conclusive e malinconiche, scoppiò un applauso pieno di simpatia. E anch'io applaudii e continuai a farlo finché non fui sicuro che mi avesse visto, perché cominciavo a capire che esistono gli equivoci e non volevo che ce ne fossero in quel momento»

Da Le tre del mattino

 

Un giorno d’inverno Akiyama era nella sua casa, seduto vicino a una finestra, mentre nevicava da ore. Guardava fuori, seguendo il corso dei suoi pensieri. Tutto il paesaggio era bianco, i prati, le rocce, le case. I rami dei ciliegi si spezzavano, sovraccarichi, e lo stesso succedeva anche alle querce. Era una nevicata mai vista. Lo sguardo del medico si spostò per il giardino fino allo stagno, attorniato da salici piangenti. La neve si posava anche sui salici, ma non appena cominciava ad accumularsi i rami si piegavano, facendola cadere a terra. I salici, a differenza degli altri alberi, non si spezzavano. Assistendo a quella scena, Akiyama si rese conto di essere giunto alla fine della sua ricerca. Il segreto del combattimento era nella non-resistenza. Chi è cedevole supera le prove; chi è duro, rigido, prima o poi viene sconfitto e spezzato. Prima o poi troverà qualcuno più forte. Il segreto era la cedevolezza. Jutsu vuol dire arte; ju vuol dire cedevolezza, flessibilità, gentilezza. Jujutsu significa: arte della cedevolezza.
               
Della gentilezza e del coraggio.