Ogni Primo Maggio, invece di festeggiare il lavoro, si ricorda soprattutto che tanti lo hanno perso, lo cercano. E che molti lavorano senza
tutele.
Quest'anno, la giornata dei lavoratori assume un significato ancora più drammatico. Prima la crisi economica che ci accompagna da anni e dalla quale non siamo mai usciti e
ora questa pandemia che ci ha messo in ginocchio sotto il profilo sanitario e sotto quello economico.
In questi giorni in cui si parla di ripartenza del Paese si deve trovare un giusto equilibrio, e non è semplice per chi è chiamato a prendere
le decisioni, tra la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dei posti di lavoro.
Siamo spiazzati, mai avevamo attraversato una crisi di questa portata. Occorre essere coraggiosi, e mettere in campo nuovi strumenti, dobbiamo ripensare davvero in maniera nuova, le vecchie soluzioni probabilmente non sono sufficienti.
Siamo chiamati a riformulare e riprogrammare i nostri stili di vita, poiché dovremo convivere ancora con questo virus chissà per quanto tempo,
sicuramente fino a quando la ricerca scientifica non sarà in grado di fornirci un vaccino e delle cure risolutive.
Einstein guardava alla crisi come a un'opportunità: "La crisi è la più grande benedizione per le persone e le
nazioni, perché la crisi porta progressi." Ed è a questo che dobbiamo pensare, perché il mondo, così com'era fino a due mesi fa, non c'è più e dobbiamo esserne consapevoli se
vogliamo davvero superare questo momento.
Buon Primo Maggio a tutti.
LeggereOvunque
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