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Febbre di Jonathan Bazzi

Considerato dalla trasmissione di Rairadio3, Fahrenheit, libro dell’anno, candidato al Premio Strega 2020, Febbre di Jonathan Bazzi,.mi ha conquistata.

 

La febbre del titolo, una febbre persistente che non va più via, è il sintomo che sorprende J. un giorno qualsiasi di gennaio 2016, quando ancora non ha trentuno anni, ma è anche la metafora di una vita difficile, vissuta nel bronx milanese, Rozzano.

 

Una narrazione autobiografica, lucida, cruda, sincera che non risparmia nulla al lettore. Bazzi si racconta, e il tempo presente e il passato si incontrano, si intersecano, si avvolgono. Il disagio di un’ infanzia e un’adolescenza tormentate, la separazione dei genitori, il bullismo dei compagni di classe, l’omosessualità scoperta da bambino e a lungo non rivelata in famiglia, la balbuzie che per tanto tempo è stato un ostacolo insormontabile. Lui che amava studiare, leggere, ad un certo punto rifiuta di andare a scuola, prova a percorrere altre strade, sceglie una scuola professionale per parrucchiere, ma lo studio gli manca e allora ritorna a scuola. Questa volta la sua testardaggine, la sua caparbietà lo portano ad uno studio matto, mattissimo, come diceva il Leopardi. Ripetere Ripetere per 10, 12 ore, sempre fino a che le parole si stampano nella mente e niente è lasciato al caso, perché improvvisare se si è balbuziente ti rende insicuro e va a vanificare tutto facendoti piombare in un mutismo che ti blocca.

 

Poi nel 2016, la malattia improvvisa, inaspettata. La ricerca di risposte prima su internet, poi dai medici, e la diagnosi: positivo all’HIV. Jonathan non dispera, anzi è quasi sollevato, temeva di avere un male più brutto. Oggi ci sono cure, si vive più a lungo, le terapie sono efficaci. Diventa il prototipo del ragazzo sfigato “frocio” che si è beccato pure quella malattia che ormai non è più di moda negli anni duemila.

 

Una vergogna che Bazzi decide di far diventare un punto di forza, ed è così che dopo aver raccontato in famiglia e tra amici la sua positività, rende pubblica la sua storia, con coraggio e questa è la sua rivincita sulla vita.

 

Nessuno deve impedirci di diventare davvero ciò che siamo, né il posto in cui ci troviamo, né il giudizio esterno della gente. E’ questo il messaggio più importante che l’autore ci consegna e di cui dobbiamo fare tesoro.

 

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