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Ciao Maestro!

Ezio Bosso aveva la grande capacità di parlare attraverso la sua musica, sia quella composta in prima persona, sia quella dei grandi autori che interpretava con una maestria e una sensibilità che arrivavano al cuore, come solo i grandi maestri sanno fare.

 

In giugno e in dicembre dello scorso anno, Bosso, attraverso l’evento Che storia è la musica, trasmesso in prima serata su Raitre, ha fatto entrare la Musica con la M maiuscola nelle case degli italiani. A giugno le serate erano incentrate su Beethoven, a dicembre su Čajkovskij.

 

Con la presenza e l’ausilio di diversi ospiti del mondo culturale italiano, Bosso ha accompagnato, per mano, il telespettatore all’ascolto delle opere che man mano eseguiva. Era come ascoltare per la prima volta la musica, un’esperienza davvero unica in cui venivano coinvolte tutte le corde dell’anima.

 

Difficile non essere catturati dal suo modo di raccontare, di spiegare, nel quale traspariva tutta la passione, l’amore per la musica e di conseguenza per la vita.

 

Ezio si è spento all’età di 48 anni, e proprio oggi nel giorno della notizia della sua morte assistendo all’ennesima gogna mediatica sui social network rivolta allo stesso Maestro e al nostro presidente Sergio Mattarella che lo ha ricordato in un pubblico tweet, tornano alla mente prepotentemente le sue parole:

Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono”.

 

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