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Il silenzio dell'onda di Gianrico Carofiglio

Il silenzio dell’onda, un titolo bellissimo per un romanzo che, meritatamente, è stato candidato al Premio Strega 2012.

 

Gianrico Carofiglio, dimostra ancora una volta di essere un bravo narratore, di non avere bisogno di ricorrere ad artefizi, ad effetti speciali, a una scrittura altisonante.

 

A dispetto di uno stile chiaro, diretto, asciutto, Carofiglio sceglie coscientemente e accuratamente ogni singola parola. Lui, molto attento, all’uso del linguaggio, al rispetto del significato delle parole, e contrario allo svuotamento delle stesse.

 

Pagine dopo pagina, in un susseguirsi intenso e ritmico, le parole prendono corpo e ricostruiscono la storia del protagonista, che lui stesso in prima persona espone, seduta dopo seduta, allo psichiatra che lo segue da un po’ di tempo e presso il cui studio si reca due volte a settimana.

 

Roberto è un maresciallo in malattia, che a seguito di un grave episodio, senza palesi conseguenze, si ritrova a dover fare i conti con se stesso, con la depressione, e con i sensi di colpa che si porta dietro.

 

La narrazione di Roberto viene affiancata e alternata al diario di Giacomo, un ragazzino non ancora dodicenne, timido, intelligente ma molto più maturo della sua età, che riporta giorno dopo giorno i sogni che fa e nei quali spesso finzione e realtà si mescolano.

 

Tra i temi ricorrenti nel romanzo, il senso di colpa, che attanaglia Roberto, e l’altra protagonista del romanzo, Emma, anche lei paziente dello stesso psichiatra, e il rapporto padre e figlio.

 

Un libro piacevole, dove i personaggi sono bene analizzati e dove non esiste una conclusione da “vissero felici e contenti” ma in cui per tutti, Roberto, Emma, e Giacomo, si prospetta la “guarigione” e l’inizio di una nuova vita.

 

Degno di nota sono alcune citazioni, una su tutte, quella di Louis Armstrong che recita “If you have to ask what jazz is, you’ll never understand, ossia, se hai bisogno di chiedere cosa è il jazz, non lo saprai mai.

 

LeggereOvunque

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