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Lettere contro la guerra di Tiziano Terzani

Lettere contro la guerra è una raccolta di lettere, alcune pubblicate, altre inedite che Tiziano Terzani scrisse dopo quel famoso 11 settembre che colpì l’America e il mondo occidentale.

 

Attraverso queste corrispondenze da Kabul, Peshawar, Quetta, e da Orsigna, Firenze, Delhi e dal suo rifugio sull'Himalaya, Terzani riflette sul mondo che sta cambiando, sulla contrapposizione tra Oriente e Occidente, tra cristiani e musulmani, tra conoscenza e ignoranza.

 

Da profondo conoscitore del continente asiatico che ha frequentato per trent’anni, egli prova a individuare ed analizzare con competenza e lucidità gli scenari che hanno portato alla nascita e al diffondersi di una certa ostilità verso il mondo occidentale, il cosiddetto progresso, e la costituzione di organismi come Al-Qaeda. L’0ccidente, ovviamente, non è esente da colpe.

 

Questo libro rappresenta un viaggio, un percorso verso una nuova consapevolezza, l’unica che può rappresentare la salvezza per l’umanità.

 

L’odio crea solo odio, la violenza nuova violenza. La vita di un bambino morto durante l’attacco alle torri gemelle vale forse di più della vita di un suo coetaneo afghano morto sotto le bombe “intelligenti” americane e dei suoi alleati?

 

E’ necessario cambiare rotta. Bisogna percorrere una nuova strada, la strada della pace, perché altrimenti tutto ciò non finirà mai. Ci sarà sempre un torto da vendicare.

 

Terzani fa suo il preambolo della costituzione dell’UNESCO: “Le guerre cominciano nella mente degli uomini ed è nella mente degli uomini che bisogna costruire la difesa della pace.”

Continua Terzani: “Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi. Sono in passioni come il desiderio, la paura, l’insicurezza, l’ingordigia, l’orgoglio, la vanità. Lentamente bisogna liberarcene. Dobbiamo cambiare atteggiamento.”

 

Un libro che anche dopo quasi vent’anni dalla sua pubblicazione suscita riflessioni. Esistono guerre silenziose, guerre fatte di bombe, guerre economiche, che annientano le popolazioni più fragili e sfortunate.

 

Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla provochi un uragano dall’altra parte del mondo. L’effetto della globalizzazione, l’inquinamento della terra, hanno conseguenze anche a migliaia e migliaia di chilometri di distanza.

 

Dobbiamo considerarci legati l’uno all’altro; ogni nostra azione ha effetti e conseguenze su tutti gli esseri umani, anzi su tutti gli esseri viventi. Non possiamo più pensare che ciò che accade nell’altro emisfero non ci riguardi e viceversa. Proprio in questi mesi ne abbiamo avuto le prove con la pandemia che ha messo in ginocchio un intero globo.

 

La terra è l’unica casa che abbiamo e nostro dovere è conviverci in armonia. Il nostro benessere non può essere costruito sull’impoverimento e sullo sfruttamento di altri nostri fratelli. Prima l’uomo lo capirà e meglio sarà.

 

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