Io mi chiamo Bravo e non ho il cazzo. Così comincia il libro, con l’autopresentazione del suo protagonista. Bravo è un uomo di trentacinque anni, che come enuncia il titolo fa il venditore di donne. Donne bellissime che egli procura a chi gliene fa richiesta. Uomini che non hanno tempo e voglia, uomini che hanno tanto denaro, politici, imprenditori e uomini della finanza di quella città che si avvia a breve a diventare la Milano da bere.
La storia si svolge nella primavera del 1978 mentre tutta Italia è scossa dal rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse.
La vita di Bravo prosegue apparentemente tranquilla fino al giorno in cui farà la conoscenza di una certa Carla e suo malgrado finirà in un guaio più grande di lui che potrebbe costargli la vita o la galera.
Ritrovo, dopo anni, Giorgio Faletti di cui avevo letto i suoi primi due romanzi, Io uccido e Niente di vero tranne gli occhi che a quei tempi mi piacquero. Ritrovo il suo personale stile diretto, asciutto, intrigante, incalzante e a tratti un po’ ruffiano. Faletti è capace di calamitare il lettore e di suscitarne la curiosità per condurlo pagina dopo pagina fino alla fine.
Un thriller ben costruito ma con un finale, forse, un po’ buonista.
LeggereOvunque
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