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Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni

Maurizio De Giovanni è uno dei miei autori preferiti, per quel suo stile davvero particolare e perché attraverso la sua scrittura ti fa conoscere Napoli e le sue contraddizioni e, inevitabilmente te la fa amare. Ho letto una buona parte della produzione letteraria di De Giovanni, tutti i libri finora pubblicati sulle vicende del commissariato di Pizzofalcone (Serie I bastardi di Pizzofalcone), i primi due romanzi con la detective Sara (nel frattempo è uscito il terzo) e il primo romanzo che ha per protagonista Mina Settembre (Dodice rose a Settembre).

 

Solo ora mi sono avvicinata, con questo primo romanzo, alla Serie del Commissario Ricciardi composta da dodici volumi.

 

Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi, ci proietta in una Napoli degli anni ’30 in pieno regime fascista. Il commissario Ricciardi è un uomo affascinante, impenetrabile nei suoi occhi verdi e di ghiaccio, un uomo solitario, intelligente e scrupoloso nel suo lavoro. Pare un uomo duro, ma a guardarlo con attenzione, si nota il dolore che porta con sé. Un dolore che è legato a un segreto che egli non può rivelare a nessuno e che chiama il Fatto. Ricciardi, infatti, vede i morti. Non tutti e non a lungo: solo quelli morti violentemente, e per un periodo di tempo che riflette l'estrema emozione, l'energia improvvisa dell'ultimo pensiero. Ne sente il dolore, da cui tenta di fuggire invano. Il dolore è diventato da tempo il suo compagno. Ovunque si giri, nelle strade di Napoli, gli capita di incontrarlo. Per questo cerca di schivarlo, a volte, camminando svelto a capo chino con le mani infilate nel suo soprabito grigio scuro. Ben presto scopriremo che il commissario non nasconde solo questo terribile segreto ma anche un altro molto dolce. È segretamente innamorato di una ragazza che lui osserva ogni sera dalla finestra di casa sua.

 

In questa prima avventura, Ricciardi si trova alle prese con un caso complicato. Siamo a fine marzo, anche se il clima sembra ancora invernale, e la primavera tarda ad arrivare, quando una sera, al Real Teatro San Carlo in cui sono in cartellone due rappresentazioni, La Cavalleria Rusticana e Pagliacci, viene rinvenuto morto nel suo camerino il tenore Arnaldo Vezzi che si sarebbe dovuto esibire sul palcoscenico nella parte di Canio, in Pagliacci..

 

Arnaldo Vezzi, il più grande tenore in circolazione, era tanto ammirato e osannato per il suo grande talento ma si era sicuramente fatto molti nemici che non lo sopportavano e non nascondevano di odiarlo, per i suoi modi, i suoi capricci, la sua cattiveria e il suo pessimo carattere e, soprattutto, per quel suo sentirsi un Dio.

 

Chi ha ucciso il tenore? Tutti se lo chiedono, in teatro, sulla stampa, persino a Roma chiedono che il suo assassino venga presto consegnato alla giustizia In questo clima serrato il commissario deve muoversi alla svelta, perché i superiori lo incalzano e gli tengono il fiato sul collo. Per sua fortuna egli può contare sull’aiuto del suo fidato brigadiere Maione.

 

Il romanzo ha un ritmo incalzante, i personaggi risultano essere ben caratterizzati, e De Giovanni non delude i lettori che già lo conoscono e nemmeno quelli che si approcciano a lui per la prima volta con questo romanzo.

 

Per quanto mi riguarda leggerò anche gli altri undici della serie di cui l’ultimo, Il pianto dell’alba, è stato pubblicato nel 2019.

 

In autunno Raiuno dovrebbe mandare in onda in prima tv la serie ispirata ai romanzi in cui sarà Lino Guanciale a indossare i panni di Luigi Alfredo Ricciardi.

 

LeggereOvunque

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Commenti: 2
  • #1

    Piera Maria Chessa (giovedì, 25 giugno 2020 23:03)

    Un'interessante e accurata recensione. Mi è piaciuta molto.
    Piera

  • #2

    LeggereOvunque (giovedì, 25 giugno 2020)

    Grazie Piera. Buona navigazione e buone letture!