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Come un respiro di Ferzan Ozpetek

Ferzan Ozpetek è uno dei miei registi preferiti, e seppure Come un respiro sia il terzo dei suoi romanzi, ammetto che finora non ne avevo letto nessuno.

 

Questa è la storia di una sorellanza, due bambine, due sorelle molto unite che si fanno forza e coraggio a vicenda perché non possono contare sui genitori. La madre non se ne cura, anzi, le tratta con fastidio, probabilmente perché affetta da una qualche patologia mentale e il padre sta via di casa a lungo per sottrarsi alla moglie che diviene ogni giorno più insofferente, scontrosa e depressa.

 

Due sorelle, Elsa e Adele, l’una un po’ timida e introversa, l’altra più allegra e socievole. Giurano che non si lasceranno mai, ma la vita si sa, ha disegni a noi sconosciuti, e non sempre ciò che avevamo immaginato poi si realizza nel futuro.

 

Il romanzo si sviluppa su due piani paralleli. Il passato che ci viene raccontato attraverso le lettere di Elsa ad Adele da Istanbul; e il presente, in cui Adele si ritrova nella sua vecchia casa al Testaccio in Roma, ospite dei nuovi proprietari, Sergio e Giovanna e di due loro coppie di amici.

 

È domenica, ora di pranzo e Sergio e Giovanna attendono due coppie di amici per l’ormai consueto appuntamento settimanale, quando suona il campanello e si ritrovano davanti una sconosciuta che molti anni prima aveva abitato nella loro casa e che esprime il desiderio di rivederla. Inizia così il romanzo e il racconto carico di mistero della storia delle due sorelle che la vita ha separato.

 

Ozpetek è bravo ad alimentare e mantenere la curiosità nel lettore, centellinando pagina dopo pagina segreti mai rivelati che tengono con il fiato sospeso sia il lettore che i personaggi secondari del romanzo. L’autore narra la vita, i sentimenti, i rapporti tra le persone con la delicatezza e la profondità che lo caratterizzano anche come regista. Molto belle le atmosfere descritte di una Istanbul magica e intrigante.

 

Una lettura piacevole e poco impegnativa; un libro che, però, si rivela di una qualità inferiore rispetto ai film a cui Ozpetek ci ha abituati.

 

LeggereOvunque

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