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Tre libri di Erri De Luca

Adoro Erri De Luca, l’uso preciso e puntuale che fa delle parole, la sua prosa asciutta e al contempo poetica e così, ogni tanto, prendo una pausa dagli altri autori e mi nutro della sua lingua, delle sue storie. Qui di seguito vi racconto, in breve, gli ultimi suoi romanzi letti: In nome della madre pubblicato nel 2006, Impossibile, uscito l’anno scorso, ed infine Il giro dell’oca del 2018.Tutti edizione Feltrinelli.

 

 

In nome della madre

 

Questa è la storia di una Madre, colei che ha messo al mondo il figlio di Dio, Gesù. Un racconto costruito in prima persona, dove è proprio Miriam/Maria che ci narra di sé, dell’annunciazione, della reazione del suo promesso sposo Josef/Giuseppe, della cattiveria e delle maldicenze diffuse nei suoi confronti, a Nazareth, per una gravidanza fuori dal matrimonio, segno di adulterio e per questo destinato ad essere condannato: lo stesso promesso sposo avrebbe dovuto lanciare la prima pietra. Ma Giuseppe le sta accanto, a testa alta, ha completa fiducia nella sua sposa.

 

In nome della madre, è anche il diario di un dolore, di un amore sconfinato verso un figlio che sta per nascere e che avrà un destino scritto e tortuoso.

 

De Luca ci consegna bellissime ed intense pagine in cui ci rende partecipe della nascita di una famiglia che cambierà la storia dell’umanità intera.

 

Impossibile.

 

Impossibile è la definizione di un avvenimento fino al momento prima che succeda.”

 

Questa è la frase chiave che uno dei due protagonisti fornisce all’altro durante un interrogatorio.

 

Da una parte abbiamo un presunto colpevole, dall’altra un magistrato. Un uomo anziano che non ha più nulla da perdere, un giovane che insegue quella che crede la verità.

 

Esistono le coincidenze? Secondo il magistrato no. Impossibile, che due che si conoscevano e si erano persi di vista, si trovino casualmente a scalare una stessa montagna. E che casualmente, uno dei due precipiti e muoia. I due non sono persone qualunque. Chi si trova davanti al magistrato a rispondere alle domande incalzanti dell’interrogatorio era finito in carcere, quarant’anni prima insieme ad altri compagni per essere stato denunciato proprio da colui che ha perso la vita in montagna.

 

Si apre un confronto serrato tra i due protagonisti. Una vera e propria “lotta” dialettica tra due uomini in cui assume, soprattutto per l’imputato, un ruolo fondamentale la lingua italiana. Bisogna saper scegliere bene le parole, le parole giuste. Per esempio, “ci sono due verbi con significato di domandare, uno serve a chiedere per sapere, l’altro serve a chiedere per ottenere.”

 

De Luca alterna la trasposizione degli interrogatori alla trasposizione delle lettere che il vecchio scrive alla sua amata, chiamandola Ammoremio, e mai spedite, dalle quali emerge il suo lato più intimo e profondo.

 

Impossibile è un libro da un ritmo incalzante, quasi un giallo, in cui emerge nel mezzo, come una protagonista quasi assoluta, la montagna. A mio avviso, questo romanzo è una tra le opere più belle di De Luca e dal quale potrebbe essere ricavata una bellissima e riuscita piéce teatrale.

 

Il giro dell’oca

 

Erri De Luca utilizza l’escamotage di un dialogo tra lui che padre non è mai stato e un figlio mai nato per raccontare di sé risalendo fin dai tempi dell’infanzia.

 

L’autore ripercorre prima in un monologo e poi attraverso il dialogo con un ipotetico figlio che avrebbe avuto al momento quaranta anni, la sua vita. E così veniamo a conoscenza della storia dei suoi genitori, del rapporto che aveva con loro: di quando il padre lo “costringeva” a guardare un libro con la riproduzione di quadri e poi lo interrogava su ciò che aveva appena visto; del suo rapporto con la madre e dell’amore che gli ha trasmesso nei confronti dei libri; di quando bambino saltava la scuola e si rifugiava a leggere nello zoo in compagnia di tigri, ippopotami che spesso soleva nutrire con tozzi di pane, cosa che al giorno d’oggi non è più consentita.

 

Ricorda, altresì, gli anni della sua gioventù durante i quali era un militante di Lotta continua e capitava anche di dover scappare dalla polizia e rifugiarsi per giorni presso persone che appoggiavano i loro ideali.

 

Un libro autobiografico, insomma, in cui l’autore si racconta in maniera lucida e autentica. Lettura piacevole e scorrevole che però, a tratti, nel dialogo con il figlio, assume connotati artificiosi.

 

LeggereOvunque

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