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Il genio Capicchioni di Massimo Rastelli

Questa è la storia di Marino Capicchioni, nato in un giorno di fine giugno del 1895 a Santa Mustiola nella Repubblica di San Marino da Berardo Capicchioni e sua moglie Gina.

 

Berardo fa il falegname, costruisce botti, ripara ruote dei carri e suo figlio Marino fin da giovane lo aiuta in bottega. Impara il mestiere, e diventa sempre più bravo. Vengono in tanti a ordinare ai Capicchioni mobili di pregio che Marino costruisce insieme al padre.

 

Un giorno, il professor Graziani, affida il suo violoncello a Marino perché lo sistemi. È la prima volta che Marino si trova tra le mani uno strumento ad arco. In Capicchioni, nasce così l’idea di costruire un violino. Comincia così una nuova avventura per Marino, da falegname a liutaio. Dapprima i genitori, specie la madre, osteggiano i desideri e i sogni del figlio, ma poi capiscono che non si tratta di un capriccio, ma di vera passione e che lui possiede un talento straordinario da vero artista.

E in effetti il nome di Capicchioni diverrà sempre più conosciuto, specie dopo il suo trasferimento a Rimini dove aprirà il suo laboratorio da liutaio. Il lavoro di Marino verrà sempre più apprezzato e la sua casa verrà visitata da musicisti che non solo gli affideranno i loro strumenti per la manutenzione ma che ne acquisteranno da lui. Marino si avvarrà della collaborazione e delle osservazioni dei musicisti per raggiungere la perfezione del suono. Sulla base di ciò che i musicisti gli riferiranno sul suono dei violini, lui saprà dove intervenire per migliorarli e ottenerne un suono eccellente.

Un primo riconoscimento del suo lavoro come liutaio gli viene conferito a Cremona nel 1937 al concorso indetto per il bicentenario dalla morte di Antonio Stradivari. In seguito il suo nome viaggerà attraverso i suoi violini in tutto il mondo, dall’Europa, fin in America.

 

Nel libro si parla anche di Michele Casadei, detto Garibaldi, capostipite di una generazione di fisarmonicisti che portarono la loro musica, ad alti livelli, al di fuori dei confini di San Marino. Alfeo, per esempio, calcò il palco con Edith Piaf. Inoltre, un’ulteriore branca della famiglia, i clarinettisti, raggiunse livelli eccelsi: il fratello di Marino, Aldo, era un virtuoso della musica da ballo e il nipote Italo è stato clarinetto solista nell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano.

 

Il genio Capicchioni è un libro a metà tra biografia e romanzo. Rastelli riesce a catturare il lettore, a spiegargli come nasce un violino, a raccontare il lavoro di precisione e la passione che comportano il mestiere di liutaio. C’è un legame profondo tra la realizzazione dello strumento e il musicista che lo suonerà.

L’autore scrive pagine intense, appassionanti. Sembra quasi di vedere Marino a lavoro con la sua sgorbia, mentre da forma al legno, o di ascoltare il suono di quei violini in mano ai loro musicisti.

 

Non mancano i riferimenti storici a fare da sfondo alla storia del liutaio: il fascismo e la guerra. La Repubblica di San Marino non venne risparmiata dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale. Marino e la sua famiglia scapparono da Rimini, bombardata, per rifugiarsi nella più sicura Santa Mustiola. Ma le bombe arrivarono pure lì. Finita la guerra, tornarono a Rimini e fortunatamente trovarono la loro casa ancora in piedi, ma comunque devastata da polvere e vetri rotti al suo interno. Tutto intorno la desolazione della guerra.

 

Massimo Rastelli ha il merito, con il suo lavoro di ricerca, di aver recuperato una storia sconosciuta ai tanti, nonostante Marino Capicchioni sia considerato uno dei più importanti liutai del Novecento. L’opera di Rastelli sul liutaio sammarinese non si esaurisce con il libro ma è completata da un bel documentario per la cui visione vi rimando al link pubblicato qui sotto.

 

LeggereOvunque

 

Il genio Capicchioni - Il documentario

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