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La memoria rende liberi di Enrico Mentana e Liliana Segre

Quando nel 1938 in Italia entrarono in vigore le leggi razziali, Liliana aveva appena otto anni, orfana di madre - che perse pochi mesi dalla sua nascita -  viveva con il papà Alberto. Le leggi razziali segnarono un primo grande cambiamento nella sua vita di bambina. Non poté più andare a scuola, e stare insieme alle tante amiche che aveva. Un’ingiustizia per lei e per la sua famiglia, considerato, inoltre, che erano ebrei laici, non professanti. In base alle leggi in vigore un ebreo non poteva insegnare, imparare,lavorare, fare impresa.

 

Nel 1943 lei, suo padre e un’altra coppia tentarono la fuga in Svizzera ma vennero arrestati e di lì a poco condotti ad Auschwitz. Dal lager tornerà sola. Scoprirà che il padre morì dopo tre mesi nel campo. I suoi nonni lasciati a casa con l’assicurazione di un documento ottenuto dal padre che avrebbe dovuto salvarli, furono anch’essi arrestati e uccisi.

 

L’Italia del dopoguerra chiuse in qualche modo con il passato, e dimenticò, mise da parte, questa parte ignobile ed atroce della storia. Solo molto più tardi si cominciò a parlarne.

Il 1° Novembre del 2005 con una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite venne istituita la Giornata della Memoria da celebrare nella ricorrenza della liberazione della liberazione del campo di Auschwitz, avvenuto il 27 Gennaio 1945 da parte dell’Armata Rossa.

 

Questo libro è una testimonianza lucida, cruda, e drammatica, della vita da deportata di una ragazzina sola contro il male del mondo. Una pagina della sua vita che Liliana decise di raccontare trent’anni dopo perché sentiva che quello era il dovere di ogni sopravvissuto: “C’è un mondo che parla di cose che io ho visto con i miei occhi, e io non ho il coraggio di dire la mia? Ma io sono una testimone, ho una responsabilità diretta nel tramandare la mia storia.”

E così, piano piano, prese coraggio e cominciò a raccontare pubblicamente la sua storia. Lo stesso marito e i suoi stessi figli non erano a conoscenza di ciò che poi sentirono in quelle relazioni pubbliche. Liliana aveva sempre preferito tenere per sé il suo vissuto, così doloroso e atroce.

 

La memoria rende liberi, arricchita dalla introduzione di Enrico Mentana, è un libro che consiglio a tutti, giovani e adulti, perché insieme a tutte le altre testimonianze dei sopravvissuti, può costituire un vaccino efficace contro l’odio, l’indifferenza e l’antisemitismo: mali che in questi ultimi anni, si stanno diffondendo in maniera preoccupante. I testimoni di quei giorni ci stanno lasciando anno dopo anno e ora spetta a noi continuare la loro opera e fare in modo che la storia non si ripeta.

 

LeggereOvunque

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Commenti: 2
  • #1

    Piera Maria Chessa (sabato, 30 gennaio 2021 18:37)

    Brava, davvero interessante!
    Piera

  • #2

    LeggereOvunque (domenica, 31 gennaio 2021 09:19)

    Grazie Piera. Sì, come detto, è una lettura che consiglio.