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Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij

Le notti bianche è un romanzo breve di Fëdor Dostoevskij, uno dei più grandi scrittori e pensatori russi, pubblicato nel 1848.

 

Un capolavoro senza tempo, un classico della letteratura mondiale. Dostoevskij ci parla della solitudine, della timidezza, della difficoltà a rapportarsi agli altri e di conseguenza di un sentimento di rassegnazione che porta a rifugiarsi nei sogni, nelle fantasie, sfuggendo una realtà con la quale si fa fatica a misurarsi.

 

Due giovani sono i protagonisti di questa storia. Di uno non conosciamo il nome e viene indicato semplicemente come il sognatore, dell’altra sappiamo che ha diciassette anni, si chiama Nasten’ka e vive con la nonna.

 

Il racconto si svolge in quattro notti. La storia ha inizio quando durante la sua solita passeggiata notturna per Pietroburgo, il giovane sognatore vede una ragazza e ne viene colpito, ma la sua timida indole non gli permette di avvicinarsi e così la osserva da lontano. Tuttavia, ad un certo punto, quando ella si trova in pericolo, perché seguita da un balordo, il sognatore interviene in suo soccorso. Da questo, momento in poi, tra i due comincia un dialogo, e il loro rapporto evolverà notte dopo notte.

 

La relazione tra i due diventa sempre più intima, e mentre è chiaro che il sognatore si stia innamorando della sua giovane nuova amica Nasten’ka, lei, al contrario, nutre un sentimento di amicizia. Il suo amore è per un uomo di cui attende il rientro da Mosca, come le promise un anno prima.

 

Una storia delicata e struggente, un romanzo breve che ci invita a non aver paura di vivere la realtà, a non accontentarsi dei sogni. Il giovane sognatore prenderà coscienza di tutto il tempo sprecato, non vissuto fino a quel momento e ringrazierà per quell’amore provato e infranto:

Dio mio! Un intero istante di beatitudine! E' forse poco anche per l'intera vita di un uomo?

 

Dal romanzo, il film del 1957 diretto da Luchino Visconti con Marcello Mastroianni nei panni del giovane sognatore.

 

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