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Rancore di Gianrico Carofiglio

Quest’anno è stata pubblicata per Einaudi la seconda avventura investigativa della ex pm Penelope Spada che abbiamo conosciuto nel primo romanzo della serie, intitolato La disciplina di Penelope.

 

Penelope è chiamata ad indagare sulla morte di un noto barone universitario e medico avvenuta da tempo. Apparentemente sembra che la causa sia stata un infarto fulminante. La morte venne certificata da un suo amico medico, contattato dalla domestica che arrivando al mattino a casa del barone lo trovò morto disteso sul suo letto.

 

La figlia non ha mai creduto alla morte naturale del padre con il quale, peraltro non andava d’accordo e contatta l’investigatrice perché sospetta che venne ucciso dalla giovane moglie per questioni di eredità, considerato che egli aveva intenzione di cambiare il testamento favorendo la sua ex.

 

Penelope così cerca di raccogliere informazioni utili all’indagine che si rivelano non portare a nulla di diverso rispetto alla morte naturale. L’investigatrice si trova a ripercorrere il periodo in cui nel passato da pm commise un errore grave che la portò alle dimissioni. L’autore così rivela il segreto di Penelope e ci mette al corrente di come il passato e il presente si possano intrecciare improvvisamente.

 

Nel corso della storia, seguiamo con curiosità gli sviluppi del rapporto che nasce tra Penelope e un uomo conosciuto nel parco dove lei si reca per fare sport tutti i giorni insieme a Olivia, il suo affezionato cane. Per la prima volta la protagonista parla di se stessa e della sua vita a quest’uomo che si rivela una persona capace di ascoltare e non giudicare.

 

Anche questo romanzo, come il precedente di cui ho accennato all’inizio, appare un po’ debole nella trama, tanto che è abbastanza semplice per il lettore arrivare alla individuazione del colpevole. Mancano la suspence e il pathos elementi caratterizzanti il genere giallo. Evidentemente all’autore non preme così tanto porre l’accento sulla vicenda principale quanto trattare temi che gli stanno a cuore.

 

Interessante, risulta la scelta del titolo, Rancore, quel sentimento di odio e di sdegno che si annida nel cuore umano e che può sfociare in azioni aggressive e con esiti, a volte, infausti. Altrettanto stimolante risulta il filo conduttore della narrazione che riguarda la diffusione, nel tessuto sociale, della massoneria ufficiale ma soprattutto di quella nascosta che è capace di influenzare la nomina di personaggi che andranno a ricoprire ruoli importanti e decisivi nella politica e nella magistratura del paese.

 

Un libro che risulta piacevole e di facile lettura,  soprattutto grazie alla scrittura di Carofiglio, diretta, pulita, asciutta, e molto curata nei termini utilizzati e agli approfondimenti che è in grado di fornire grazie alla sua esperienza di magistrato.

 

LeggereOvunque

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