Tu lo sai, perché te l’ho detto tante volte: ogni fiore racconta una storia. A volte sono storie di una parola sola, altre invece sono più lunghe. Dipende dal fiore.*
A dicembre, puntuale per Natale, è uscito il nuovo capitolo, il decimo, della serie dei bastardi di Maurizio de Giovanni, intitolato Fiori per i bastardi di Pizzofalcone.
Ancora una volta, i poliziotti del commissariato più famoso delle librerie e della tv è chiamato a risolvere un nuovo caso di omicidio. Questa volta è stato ucciso Savio Niola, un fioraio molto noto nel quartiere, e amato, che si è sempre prodigato verso chi aveva bisogno. Qualche tempo prima era comparso pure in tv, in un brevissimo servizio, perché manifestava contro il racket che mette in ginocchio i commercianti del luogo.
Un omicidio efferato verso un uomo che apparentemente non aveva nemici e non navigava nell’oro.
Il commissariato è sotto pressione, si rischia ancora la chiusura nonostante i numerosi successi conseguiti. Il vicequestore Luigi Palma, propone di cedere il caso ad altri, dichiarandosi incompetenti, perché nel caso fallissero avrebbero una valida scusa per farli chiudere. I suoi poliziotti non ci stanno e così si adoperano tutti, lavorando in squadra, per risolvere questo ennesimo caso.
Le piste seguite sono principalmente due: la strada che porta al racket e quella che porta al collaboratore albanese di Savio.
Entrambe le piste, però, appaiono, inconsistenti e non convincono i nostri eroi.
Chi ha voluto la morte del fioraio? E perché?
Ancora una volta, MdG, riesce a tenere viva l’attenzione del lettore che non è catturato solo dalla curiosità di venire a capo alla soluzione del mistero, ma è affascinato dal modo con cui l’autore riesce ad essere profondo e poetico e ad intrecciare all’interno delle indagini la vita personale dei singoli agenti.
Giorgio e la sua malattia, Francesco che si divide tra la sua ex per amore della piccola Giorgia e il suo nuovo amore Susi, Ottavia e Luigi che vivono il loro amore clandestino, Giuseppe e Laura che continuano a frequentarsi, Alex e Rosaria che soffrono per la loro separazione, Marco che ha dovuto lasciare l’albergo e si è trasferito a casa di Giorgio.
Un romanzo che non tradisce le aspettative dei fedeli della serie e che quando finisci di leggerlo, già senti la voglia di ritornare a Pizzofalcone perchè oramai consideri i bastardi membri di famiglia.
*Frase tratta dal romanzo
Nozze per i bastardi di Pizzofalcone
LeggereOvunque
Scrivi commento