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La rilegatrice di storie perdute di Cristina Caboni

Pubblicato nel 2017 per Garzanti, La rilegatrice di storie perdute è il quarto romanzo della scrittrice Cristina Caboni e il suo quinto che leggo.

 

Il romanzo racconta la storia di due donne, una del presente, Sofia, e una del passato, Clarice. Due donne che si somigliano, che prendono coscienza della propria situazione alla quale non vogliono soccombere, e lottano perciò con coraggio e determinazione per cambiare il loro destino e tracciare una strada nuova che le porti alla realizzazione dei propri sogni. Sofia e Clarice condividono lo stesso amore  per i libri e per l’arte della rilegatura.

 

 Dopo il mondo dei profumi, quello del miele e delle api e quello dei fiori, Caboni, ancora una volta ci fa emozionare con una sua passione, quella per i libri e lo fa attraverso questa storia che parla del loro potere, della loro magia e della influenza che hanno sui lettori capaci di coglierne i messaggi. La nostra protagonista ne è un esempio. Sofia Bauer, sposata ad un uomo che non ama più e per il quale ha dovuto rinunciare ai sogni, proprio grazie ad un libro avrà la spinta per prendere in mano la sua vita e ricominciare.

 

Un giorno Sofia riceve in regalo da un libraio l’edizione antica di un libro che ama tanto, scritto da uno degli esponenti più importanti del romanticismo tedesco, Christian Fohr. Poiché è ridotto piuttosto male, decide di restaurarlo, avendo frequentato, anni addietro, un corso di rilegatura. Acquistati i materiali che le occorrono, torna a casa e si mette all’opera. Con sua grande sorpresa, in una tasca nascosta nel piatto del libro è custodita una lettera firmata da Clarice Marianne Von Harmel. Sofia è colpita da ciò che legge, sembra che quelle parole raccontino di lei e così decide di scoprire qual è il segreto di quella donna vissuta secoli prima. Per questo motivo si rivolge a un grafologo, Tomaso Leoni, appassionato anche lui di libri antichi. Ha inizio, così, una ricerca avventurosa che porterà i due a una scoperta sensazionale e inaspettata.

 

Una lettura molto piacevole e avvincente che si trasforma in un giallo, ed impreziosita da citazioni famose che introducono i vari capitoli. Tra le curiosità segnalo che il personaggio di Christian Fohr, pur essendo frutto della fantasia dell’autrice, è ispirato alla figura del pittore tedesco Carl Philipp Fohr annegato nel Tevere poco più che ventenne.

 

LeggereOvunque

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Commenti: 1
  • #1

    Piera Maria Chessa (venerdì, 23 aprile 2021 08:49)

    Una recensione molto stimolante che sa incuriosire il lettore.
    Grazie.
    Piera