Sul filo dell’acqua è il nuovo romanzo di Sara Rattaro pubblicato il 10 ottobre scorso dalla casa editrice Solferino.
L’autrice genovese è ormai arrivata al suo quattordicesimo romanzo e festeggia quest’anno i dieci anni di carriera. Rattaro è, altresì, docente di Scienza della comunicazione presso l’Università degli Studi di Genova e dirige la scuola di scrittura Fabbrica delle storie insieme a Mauro Morellini.
Siamo a Genova, un anno dopo l'alluvione del 4 novembre 2011 che è costata la vita a sei persone e che ha ferito la città e i suoi abitanti che da tempo devono fare i conti con la fragilità del loro territorio.
Per come l’autrice ha strutturato il romanzo, esso appare diverso da tutti i suoi precedenti lavori, ma non mancano il suo sguardo sulle storie, la sua sensibilità, la sua scrittura chiara, lineare, e la cura della trama.
Sul filo dell’acqua è costruito come un mosaico di otto storie (a cui corrispondono otto protagonisti) che possono apparentemente sembrare racconti “autonomi e autosufficienti” ma che sono legati l’uno all’altro da un intreccio ben congegnato. Si comincia con la storia di Chiara che viene salvata dalla furia dell’acqua mentre sta per annegare con la sua auto e si conclude con la storia di Marco che deve fare i conti con un addio doloroso.
Sono storie di sofferenza e di resilienza di donne e di uomini che c’erano in quella giornata terribile e/o che comunque ne sono venuti fuori segnati ma non sconfitti. La vita è più forte perfino della morte e anche da tragedie come queste è possibile rinascere anzi è un dovere. È questo uno dei messaggi più forti del romanzo, la speranza che mai deve spegnersi.
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